PROGETTO:
UTILIZZO DEL LFI AI FINI DELL'APPLICAZIONE DELLA WFD 2000/60 CE AI LAGHI UMBRI

In collaborazione con ARPA Umbria, Province di Perugia e Terni, Regione dell'Umbria.

Il Lake Fish Index (LFI) è un indice multimetrico proposto per la valutazione dello stato di qualità delle comunità ittiche dei laghi italiani nel rispetto di quanto richiesto dalla Direttiva Quadro sulle Acque (WFD 2000/60/CE). Il LFI è stato applicato per la prima volta all’analisi delle comunità ittiche del lago Trasimeno e del lago di Piediluco.
Il metodo di campionamento per l’applicazione del LFI prevede l’utilizzo dell’elettropesca in zona litorale e di reti branchiali multimaglia (RBM).
Nel corso dei campionamenti sono state utilizzate RBM da fondo e, nel caso del lago di Piediluco, anche RBM pelagiche, ovvero rialzate rispetto al fondo lacustre. Il numero di strati, di stazioni di campionamento e il numero di reti da utilizzare per ciascuno strato sono determinati in base alla superficie lacustre e alla profondità massima.
Nel caso del Trasimeno (Fig. 1), avendo una superficie maggiore di 50 kmq, il lago è stato suddiviso in 3 sottobacini dei quali uno (Z1) con profondità massima di 3 m e gli altri due (Z2 e Z3) di 6 m. Ogni sottobacino è stato trattato come un lago indipendente. Nella Z1 sono state posizionate 12 RBM bentoniche, mentre in ciascuna delle zone più profonde (Z2 e Z3) le reti collocate sono state 24 (12 nella parte con profondità fino a 3 metri e le altre dodici nel fondo con profondità fino a 6 m): nel lago Trasimeno, quindi, è stato considerato un totale di 60  stazioni di campionamento.
Nel lago di Piediluco (Fig. 2) sono state posizionate 32 RBM bentoniche, 8 per ciascuno dei 4 strati individuati in base alla profondità (fino a 3, 6, 12 e 18 m). Sono state poste, inoltre, nel punto di massima profondità del lago, 3 coppie di RBM pelagiche a diversa altezza della colonna d’acqua (strati 0-6m, 6-12 m 12-18 m). In totale sono state quindi individuate nel lago di Piediluco 38 stazioni di campionamento.
Ai fini del calcolo dell’indice, i laghi italiani sono stati suddivisi in sei tipologie diverse, ognuna delle quali caratterizzata da

una specifica comunità ittica di riferimento, nella quale vengono distinte specie chiave e specie tipo-specifiche. Entrambi i laghi Umbri rientrano nella categoria dei “laghi poco profondi dell’ecoregione mediterranea”, la cui composizione in specie è riportata in Tabella 1:

Specie chiave luccio (Esox lucius)
scardola (Scardinius erythrophthalmus)
tinca (Tinca tinca)
Specie tipo-specifiche alborella (Alburnus alburnus alborella)
carpa (Cyprinus carpio)
latterino (Atherina boyeri)
pesce persico (Perca fluviatilis)
rovella (Rutilus rubilio)

Tab. 1 - Specie chiave e tipo-specifiche della categoria dei laghi poco profondi dell’ecoregione mediterranea.

Il calcolo dell’LFI si basa su cinque metriche i cui valori consentono di derivare lo stato ecologico:

metrica 1 (m1) abbondanza relativa delle specie chiave

Espressa come numero di individui catturati per ogni specie chiave durante il campionamento, che viene considerato come una singola Unità di Sforzo.

metrica 2 (m2) struttura di popolazione delle specie chiave

La struttura di popolazione deve essere valutata mediante il PSD-Proportional Stock Density Index, un indice che permette di esprimere un giudizio sulla struttura avendo come dato la sola lunghezza totale degli individui campionati. L’indice può essere applicato solo se viene raggiunto un numero minimo di esemplari (30 per il luccio, 100 per la scardola e 25 per la tinca). Qualora non venga catturato un numero sufficiente di esemplari, il punteggio della metrica è 0.

metrica 3 (m3) successo riproduttivo delle specie chiave e tipo-specifiche

Il successo riproduttivo è verificato se nel corso del monitoraggio sono catturati giovani di età 0+-1+ delle specie chiave e tipo-specifiche.

metrica 4 (m4) diminuzione del numero delle specie chiave e tipo-specifiche

Viene valutato considerando il numero di specie presenti (chiave e tipo-specifiche) rispetto alla comunità ittica di riferimento.

metrica 5 (m5) presenza di specie ittiche aliene

La metrica 5 considera la presenza (%) di specie di recente comparsa sul totale delle specie ittiche presenti. Devono essere conteggiate solo le specie ittiche aliene i cui individui appartengono ad almeno due classi di età di cui una sub-adulta (0+ e 1+) e una adulta (2+ o superiore).

Il valore degli RQE per ogni metrica è definito dal rapporto tra il punteggio della metrica e il punteggio della stessa in condizioni di riferimento. Il valore del Rapporto di Qualità Ecologica finale RQEtot, per la valutazione dello stato di qualità della fauna ittica (Tab. 2), è calcolato come media aritmetica dei valori dei singoli RQE.

Stato

Limiti di classe (RQE tot)

Elevato/Buono

0,8

Buono/Sufficiente

0,6

Sufficiente/Scarso

0,4

Scarso/Cattivo

0,2

Tab. 2 - Limiti di classe RQEtot.

Per il lago Trasimeno l’RQE è stato determinato separatamente per ogni sottobacino e l’RQEtot è stato calcolato come media aritmetica dei tre valori.

Lake fish index piediluco carpa

 

 

 

 

 

RISULTATI LAGO TRASIMENO

Nel corso dei campionamenti sono stati catturati 9773 pesci, per una biomassa totale di 155.47 kg, ripartiti in 11 specie (Tab. 3) delle 19 attualmente presenti nel lago Trasimeno. L’unica specie chiave presente in tutte le zone è la scardola; una sola tinca è stata rinvenuta nella zona 1, mentre non è stato catturato alcun esemplare di luccio, specie sicuramente presente anche se in progressiva diminuzione.

 

z1

z2

z3

Totale

Specie

N

N

N

N

 Scardola

48

307

443

798

 Tinca

1

0

0

1

 Alborella

7

18

11

36

 Carpa

0

0

9

9

 Latterino

877

1481

1526

3884

 Pesce persico 

320

1961

1748

4029

 Carassio dorato

27

49

70

146

 Cavedano

4

21

14

39

 Persico sole

1

39

17

57

 Pesce gatto

4

2

1

7

 Pseudorasbora

110

412

245

767

Totale

1399

4290

4084

9773

Tab. 3 - Specie campionate e numero di individui catturati (N) nelle tre zone del lago Trasimeno.


I risultati delle singole metriche sono riportati in Tabella 4; il valore finale del LFI è prossimo a 0.6, numero indicato come limite di classe “Sufficiente/Buono”.

 

Zona

m1

m2

m3

m4

m5

RQE

z1

0.60

0

0.56

0.80

0.80

0.552

z2

0.60

0.33

0.85

0.60

0.80

0.636667

z3

0.60

0.33

0.72

0.80

0.60

0.610667

RQE tot:

0.599778

Tab. 4 - Risultati delle singole metriche e valore finale del LFI per il lago Trasimeno.

 

RISULTATI LAGO DI PIEDILUCO

Nel lago di Piediluco sono stati catturati in totale 6774 esemplari, per una biomassa totale di 213.52 kg, ripartiti in 11 specie (Tab. 5) delle 15 attualmente presenti (Lorenzoni et al., 2012). L’unica specie chiave presente con abbondanze rilevanti è la scardola; scarsi sono risultati i lucci (4) e del tutto assente la tinca.
Anche tra le specie tipo-specifiche, solo il pesce persico, ha fatto registrare catture rilevanti.

 

Specie

N

 Scardola

283

Luccio

4

 Carpa

1

 Pesce persico

1598

Abramide

1

Acerina

942

Cavedano

7

Coregone

14

Gardon

950

Persico sole

1

Triotto

2973

Totale

6774

Tab. 5 - Specie campionate e numero di individui catturati (N) nel lago di Piediluco.

I risultati delle singole metriche sono riportati in Tabella 6; il valore finale del LFI è pari a 0.52: il lago di Piediluco ricade quindi nella classe ecologica “Sufficiente” e attualmente, quindi, non soddisfa le richieste della WDF, secondo la quale tutti i corpi idrici devono presentare uno stato ecologico pari almeno a “Buono”.

 

m1

m2

m3

m4

m5

RQE tot

0.667

0.0667

0.45

0.6

0.8

0.516667

Tab. 6. Risultati delle singole metriche e valore finale del LFI per il llago di Piediluco.

 

 

DISCUSSIONE  

                                                                                                             
I risultati di tale lavoro, che rappresenta la prima applicazione del LFI per i laghi del centro Italia, hanno permesso di identificare alcuni aspetti di seguito elencati che andrebbero approfonditi prima dell’utilizzo definitivo dell’indice come indicatore della qualità dei laghi italiani:

  • sebbene lo sforzo di campionamento sia molto elevato, esso non consente di catturare tutte le specie presenti nei laghi. Le reti utilizzate, inoltre, hanno catturato soprattutto esemplari di piccole dimensioni: ciò implica, per alcune specie, il sacrificio di un gran numero di pesci che ancora non hanno raggiunto la maturità sessuale e penalizza le specie di taglia media più elevata (carpa, tinca, luccio e, tra le alloctone, il carassio dorato);
  • per i laghi molto conosciuti come il Trasimeno, per i quali esistono numerosi dati relativi al pescato commerciale, le informazioni di diversa provenienza potrebbero essere integrate in modo più efficace;
  • la lista delle specie tipo-specifiche di riferimento per i laghi umbri include praticamente solo specie alloctone (alborella, carpa, latterino, pesce persico); la rovella, unica indigena, si è estinta sia nel Trasimeno che a Piediluco. Sembra venir meno, dunque, l’aspetto naturalistico-conservazionistico dell’indice. Inoltre, la lista delle specie non alloctone dell’Ecoregione mediterranea non comprende il cavedano, che è invece indigeno in Umbria.
  • Così come vengono attualmente definiti (Tab. 2), i valori numerici che costituiscono le soglie delle classi danno adito a qualche dubbio sull’attribuzione dello stato ecologico. Per il Lago Trasimeno, infatti, il risultato di 0.6 coincide con il numero indicato come limite di classe “Sufficiente/Buono”, ma non viene specificato se tale valore rientra nell’una o nell’altra classe.
  • Altre perplessità riguardano il modo in cui devono essere arrotondati i valori, non essendo specificato nel protocollo a quante cifre decimali approssimare il risultato.

Questo lavoro ha permesso di fornire un giudizio complessivo sullo stato ecologico del lago Trasimeno e del lago di Piediluco ed ha consentito di sperimentare il grado di affidabilità del metodo. L’elaborazione preliminare ha dimostrato, tuttavia, la necessità di una fase di sperimentazione più lunga ed una più accurata validazione per il pieno utilizzo del LFI come indicatore dello stato ecologico dei bacini lacustri in Italia.