PROGETTO:
UTILIZZO DELL'ISECI AI FINI DELL'APPLICAZIONE DELLA WFD 2000/60 CE AI CORSI D'ACQUA UMBRI

In collaborazione con ARPA Umbria, Province di Perugia e Terni, Regione dell'Umbria.

La Direttiva Quadro sulle Acque (WFD 2000/60/CE) istituisce un piano d’azione comunitaria per l'attuazione di una politica sostenibile in materia di acque. Scopo della Direttiva è quello di istituire delle linee guida per la protezione delle acque superficiali interne, delle acque di transizione e delle acque costiere e sotterranee in modo da impedire un ulteriore deterioramento degli ecosistemi acquatici e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici, prevenire e ridurre l’inquinamento e promuovere un utilizzo sostenibile dell’acqua. La Direttiva richiede di classificare gli ecosistemi acquatici secondo 5 classi di qualità, dallo stato ecologico “Elevato” (I classe) a quello “Cattivo” (V classe) in funzione del loro grado di alterazione e di portare tutti i corpi idrici allo stato ecologico “Buono” (II classe) entro il 2015. Per la classificazione dello stato ecologico vengono indicati dalla Direttiva degli elementi di qualità biologica, ovvero gruppi tassonomico-ecologici da prendere in considerazione nella valutazione della qualità delle acque (fitoplancton, flora acquatica, macroinvertebrati bentonici e fauna ittica).
Per quanto riguarda la fauna ittica, per la valutazione dello stato ecologico in Italia è stato recentemente proposto il metodo ISECI (Indice di Stato Ecologico delle Comunità ittiche).

L’ISECI è stato quindi applicato alle comunità ittiche del bacino del fiume Tevere, utilizzando i dati raccolti per la stesura della Carta Ittica Regionale dell’Umbria nel periodo compreso tra il 2005 ed il 2010 in 139 stazioni di campionamento dislocate.
Il calcolo dell’indice ISECI è stato effettuato mediante l’uso di un software appositamente realizzato (“ISECItracker”) che permette di archiviare separatamente tutti i parametri utili al computo complessivo dell’indice.
I 5 indicatori principali secondo il protocollo ISECI sono:

  • Presenza di specie indigene;
  • Condizione biologia delle popolazioni indigene;
  • Presenza di ibridi;
  • Presenza di specie aliene;
  • Presenza di specie endemiche

La somma dei risultati parziali dei 5 indicatori restituisce un valore, compreso tra 0 e 1, al quale viene associata una classe di qualità e quindi un giudizio sullo stato ecologico della fauna ittica:

Classi

Valore ISECI (F)

Giudizio

I

0.8 <

F

£ 1

Elevato

II

0.6 <

F

£ 0.8

Buono

III

0.4 <

F

£ 0.6

Sufficiente

IV

0.2 <

F

£ 0.4

Scarso

V

0 <

F

£ 0.2

Cattivo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RISULTATI

I risultati dell’applicazione dell’ISECI (Fig.1) mostrano che la maggior parte dei settori fluviali indagati (44.60%) appartiene alla II classe di qualità che corrisponde ad un giudizio Buono. Cospicua è anche la percentuale dei corsi d’acqua caratterizzati da uno stato ecologico Elevato (I classe) (28.78%), concentrati principalmente nel bacino del fiume Nera. Da questi risultati è dunque possibile affermare che circa 75% della rete idrografica umbra soddisfa quanto previsto dalla Direttiva Quadro sulle Acque, secondo cui i corpi idrici devono rientrare almeno nello stato ecologico Buono (II Classe) entro il 2015.

Più compromessa appare la situazione dei sottobacini del Nestore e del Paglia, in cui non è stata riscontrata la I Classe di qualità e la maggior parte delle stazioni ricade nella III e IV Classe, rispetto al resto del bacino del Tevere. In nessuna delle stazioni monitorate il calcolo dell’ISECI ha restituito un giudizio Cattivo (V Classe).

Carta Ittica

DISCUSSIONE

Questa prima applicazione dell’ISECI nel bacino del Tevere ha permesso di fornire un giudizio complessivo sullo stato ecologico della rete fluviale umbra, ma ha nel contempo messo in evidenza alcuni limiti e criticità del metodo:

  • nella Zona a Salmonidi, i valori dell’ISECI risultano sempre significativamente più elevati rispetto alle altre zone ecologiche. Ciò potrebbe derivare da un’effettiva condizione di naturalità maggiore rispetto agli ambienti situati più a valle e di conseguenza maggiormente antropizzati, ma non è da escludere una certa sovrastima dello stato ecologico dovuto al grande valore ecologico-funzionale che viene attribuito alla presenza della trota fario;
  • il protocollo dell’ISECI prevede che gli eventuali ibridi siano evidenziati tramite un riconoscimento fenotipico, che però non sempre risulta affidabile; tale limite risulta particolarmente evidente nel caso della trota fario.
  • per l'ecoregione Italico-pensinsulare, alla quale l'Umbria appartiene, l'ISECI prevede la presenza di Salmo trutta trutta di ceppo mediterraneo: è praticamente impossibile distinguere gli individui di ceppo mediterraneo solamente su base fenotipica e senza l’ausilio di analisi genetiche.
  • non sono indicati in modo esauriente criteri per giudicare alcuni aspetti qualitativi, come la struttura e l’abbondanza delle popolazioni ittiche;
  • le liste delle comunità ittiche attese sono molto rigide: non sempre corrispondono pienamente alla relativa zona zoogeografica o tralasciano specie di indubbia importanza ecologica;
  • confrontando i risultati della presente ricerca con i giudizi ecologici ottenuti per gli stessi corsi d’acqua utilizzando l’IBE (Indice Biotico Esteso) o il Giudizio Esperto di un ittiologo sono emerse numerose discordanze. Sebbene ogni indice possa rispondere in modo autonomo a tipi diversi di pressioni antropiche, sembra emergere comunque una reale difficoltà dell’ISECI di evidenziare diversi gradi di compromissione ambientale di alcuni settori fluviali.